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Chirurgia della cataratta 

• Impianto di lenti intraoculari monofocali
• Impianto di lenti “premium”, in grado di consentire una buona visione postoperatoria senza l’ausilio di occhiali per lontano e/o per lettura (lenti toriche, trifocali, EDOF).

La cataratta è un processo di progressiva perdita di trasparenza del cristallino, la lente naturale dell’occhio. Questo processo, nella maggior parte dei casi, avviene con il progredire dell’età e si sviluppa lentamente, come fenomeno quasi fisiologico dell’invecchiamento. Più raramente, può esordire in modo più rapido,  anche in giovane età, come conseguenza di traumi, di infiammazioni oculari (uveiti), di alcune malattie (tra cui il diabete) o di terapie farmacologiche. Esistono ,ancora, forme congenite di cataratta, che vanno operate entro poche settimane dalla nascita.

I sintomi generalmente riferiti da un paziente affetto da cataratta sono:

  1. Progressivo annebbiamento visivo,

  2. Visione di aloni attorno alle luci notturne,

  3. Visione sbiadita o ingiallita dei colori,

  4. Maggiore sensibilità all’abbagliamento,

  5. Sdoppiamento delle immagini, se si guarda solo con l’occhio affetto.

Non esistono terapie farmacologiche in grado di impedire la formazione di cataratta o di rallentarne il decorso. Ad oggi, l’unica soluzione è rappresentata  dall’intervento chirurgico, la cui indicazione è posta quando il paziente avverte sintomi che vanno ad incidere negativamente sulla sua qualità di vita.

L’intervento prende il nome di facoemulsificazione e consiste nella frantumazione e nella rimozione del cristallino opacizzato attraverso un accesso chirurgico di circa 2 mm di ampiezza e nell’impianto di una lente intraoculare artificiale (spesso chiamata IOL, IntraOcular Lens).

L’intervento di cataratta dura all’incirca 15 minuti ed è del tutto indolore. L’anestesia viene indotta mediante la semplice instillazione di colliri. Raramente, le procedure chirurgiche possono protrarsi  per l’insorgenza di criticità a carico di alcune strutture intraoculari.  Questi casi possono essere risolti nel corso dell’intervento, e senza gravi conseguenze successive, se il chirurgo ha sufficiente esperienza e se la struttura dispone delle attrezzature necessarie.

Al termine dell’intervento l’occhio viene bendato ed è previsto un controllo il mattino seguente  (in cui si effettua una medicazione) ed una settimana dopo. Nelle prime due-tre settimane, il paziente dovrà instillare alcuni colliri. Nel caso in cui debbano essere operati entrambi gli occhi, i due interventi vengono distanziati di circa due-quattro settimane e, all’incirca un mese dopo l’intervento sul secondo occhio, è bene effettuare una visita oculistica completa ai fini, anche, dell’eventuale prescrizione degli occhiali.

 

La qualità della vista del paziente  dopo l’intervento è strettamente dipendente dalla scelta della lente artificiale impiantata. Questo è un momento fondamentale nel percorso verso l’intervento, ed  è il risultato di una di una discussione con il chirurgo sulle varie opzioni e le necessità del paziente, un’accurata visita oculistica e l’esecuzione di diversi esami strumentali, anche di elevata complessità tecnologica. Il grado di soddisfazione del paziente dipende dalla corretta esecuzione di tutti questi passaggi. Anche in questo , pertanto, è necessario rivolgersi a chirurghi esperti ed a centri dotati della tecnologia più avanzata.

 

Liberarsi degli occhiali dopo l’intervento di cataratta: è possibile?

Al giorno d’oggi, assolutamente si.

Come anticipato, questo obbiettivo è conseguibile grazie alla lente artificiale impiantata al termine dell’intervento di cataratta. Ciascuna tipologia di lente  determina risultati refrattivi molto diversi, dai quali dipende se, ed in che misura, il paziente dovrà utilizzare gli occhiali.

In particolare, esistono varie tipologie di lenti intraoculari (IOL):

  1. Lente monofocale: come suggerisce il termine , ha un unico “fuoco” ottico. In altri termini, le IOL monofocali possono consentire una buona visione senza occhiali da lontano ovvero da vicino. Se la messa a fuoco avviene sul lontano, occorreranno occhiali per leggere, e viceversa. In caso di astigmatismo significativo, saranno comunque necessari occhiali sia per lontano che per vicino, a meno che non sia impiantata una lente monofocale torica, in grado cioè di correggere anche l’astigmatismo.

  2. Lente multifocale: questa tipologia di lente consente di correggere anche la presbiopia (l’esigenza di occhiali per lettura, normalmente avvertita dai pazienti dopo i 45 anni). In altri termini, queste IOL consentono al paziente di fare a meno dell’occhiale sia nella visione da lontano che in quella da vicino. Esistono varie tipologie di lenti multifocali e la scelta deve necessariamente essere preceduta da una valutazione esperta ed accurata delle aspettative del paziente e delle caratteristiche degli occhi. Come per le lenti monofocali, in caso di astigmatismo significativo, sarà necessario impiantare una IOL multifocale torica.

Le lenti monofocali toriche e le lenti multifocali (toriche e non toriche) sono anche definite IOL premium: questa terminologia richiama gli elevati standard qualitativi e tecnologici alla base di questi dispositivi, nonchè il guadagno in termini di qualità della visione conseguito dai pazienti.

Al momento attuale, l’impianto di IOL premium non è coperto dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN) ed è quindi a carico del paziente.

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