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Chirurgia vitreoretinica  
Trattamento di patologie retiniche di interesse chirurgico, potenzialmente molto invalidanti

• Pucker maculare
• Foro maculare idiopatico e del miope elevato
• Distacco di retina
• Retinopatia diabetica
• PVR
• Esiti di traumi

La chirurgia vitreoretinica è la branca che si occupa di trattare le patologie di pertinenza chirurgica della retina. Rientrano tra le malattie della retina che possono richiedere un intervento chirurgico:
  1. Pucker maculare (o membrana epiretinica)
  2. Foro maculare
  3. Foro lamellare
  4. Distacco di retina
  5. Vitreoretinopatia proliferativa (PVR)
  6. Retinopatia diabetica proliferante
  7. Esiti di traumi oculari
  8. Emorragia vitreale (emovitreo)
  9. Esiti di chirurgia della cataratta durante la quale siano insorte complicanze
  10. Infezioni oculari (endoftalmite)
Il trattamento di queste patologie richiede un intervento che prende il nome di vitrectomia. La vitrectomia consiste nella rimozione del vitreo (il gel che occupa la parte posteriore dell’occhio ed è a contatto con la retina) ed in altre procedure chirurgiche che variano a seconda della patologia trattata. Al termine dell’intervento il volume originariamente occupato dal vitreo può essere sostituito da soluzione fisiologica, aria, gas o olio di silicone. In quest’ultimo caso, sarà necessario rimuovere l’olio di silicone con una seconda procedura chirurgica, generalmente prevista entro tre mesi. Nel caso sia stata inserita nell’occhio una bolla di aria o di gas, il riassorbimento della stessa avviene spontaneamente entro 10-15 giorni: in questo periodo saranno proibiti il volo aereo o il soggiorno sopra i 1000 m di altitudine. La vitrectomia ha una durata che varia da 45 a 150 minuti e, a seconda delle preferenze del paziente, delle condizioni di salute generale e del parere del Medico Anestesista, può essere effettuato in anestesia locale o generale. Il tempo di permanenza in ospedale è generalmente di una notte al massimo e sono previsti controlli una settimana e un mese dopo l’intervento. Pazienti che risiedono lontano, potranno effettuare alcuni di questi controlli anche presso l’Oculista di riferimento. In alcuni casi, potranno essere prescritte posture specifiche da mantenere per i primi giorni successivi alla vitrectomia. In particolare, dopo un intervento per foro maculare, sarà necessario mantenere una posizione prona o, comunque, con l’occhio rivolto verso il pavimento. La convalescenza è caratterizzata da leggeri fastidi dovuti alla normale infiammazione dei tessuti ed alla presenza di eventuali punti di sutura riassorbibili. Per un arco di tempo variabile da due a sei settimane, il paziente dovrà instillare alcuni colliri. La ripresa delle normali attività è generalmente possibile entro una decina di giorni.

Il grado di recupero della vista è determinato dalla patologia di partenza. Purtroppo, anche in caso di una chirurgia perfettamente riuscita, alcune patologie non sono compatibili con il completo recupero della funzione visiva: in questi casi, infatti, l’intervento mira principalmente ad impedire una storia naturale ben più sfavorevole.  Molto spesso, comunque, il conseguimento del massimo recupero possibile richiede fino a 8-12 mesi.

Le complicanze della vitrectomia sono piuttosto rare. In alcuni casi sarà sufficiente una terapia farmacologica, in altri un ulteriore intervento chirurgico.

In considerazione della delicatezza dei tessuti coinvolti, dell’impatto delle malattie della retina sulla visione e della potenziale gravità delle sue complicanze, è bene rivolgersi a strutture ed a chirurghi con lunga e consolidata esperienza.

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