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 Patologia medica della retina

• OCT, angio-OCT, angiografia retinica 
• Trattamento mediante laserterapia e iniezioni intravitreali

Esistono diverse patologie retiniche che non sono di interesse chirurgico, ma che richiedono trattamenti mirati e controlli frequenti allo scopo di ridurne le conseguenze sulla prognosi visiva, spesso significativamente compromessa. Queste patologie vengono talvolta  indicate con il termine generico ed improprio di maculopatie.

Le più comuni tra queste patologie sono:

  1. Degenerazione maculare legata all’età di tipo atrofico ed essudativo, note anche rispettivamente come “maculopatia secca” e “maculopatia umida”,

  2. Neovascolarizzazione coroideale del miope elevato,

  3. Corioretinopatia sierosa centrale,

  4. Trombosi retiniche centrali o di branca,

  5. Retinopatia diabetica proliferante,

  6. Uveiti posteriori e vasculiti.

Nella diagnosi e nella gestione di queste malattie è fondamentale disporre di strumenti di diagnostica tecnologicamente avanzate, quali:

  1. OCT (tomografia a corenza ottica, o Optic Coherence Tomography): in modo assolutamente non invasivo, lo strumento è in grado di ricostruire scansioni della retina ad elevatissima risoluzione. Gli strumenti più moderni consentono di riproporre nel tempo scansioni esattamente sugli stessi punti, per seguire con estrema precisione l’evolvere della patologia o la risposta al trattamento.

  2. Fluorangiografia retinica: consente lo studio della perfusione retinica mediante iniezione di un colorante (fluoresceina). Questo consente l’individuazione di aree di ischemia, di membrane neovascolari o di focolai infiammatori.

  3. Angiografia al verde di indocianina (ICGA): consente lo studio della perfusione della coroide. E ‘una tecnica molto importante per lo studio della corioretinopatia sierosa centrale, di alcune forme di degenerazione maculare senile essudativa e nelle coroiditi infiammatorie.

  4. Angio-OCT: questa moderna tecnica di imaging consente di ottenere immagini simil-angiografiche mediante un OCT, senza che sia necessaria l’iniezione di colorante. Presenta il vantaggio di essere assolutamente non invasiva, con tempi di esecuzione molto rapidi, e costituisce uno strumento estremamente valido nella diagnosi e nella gestione anche di situazioni nelle quali  l’angiografia tradizionale e l’OCT, singolarmente, non conducono ad una diagnosi univoca.

I. Dal punto di vista terapeutico, il numero dei possibili approcci è piuttosto limitato e comprende:

II. Trattamenti laser, utili nel trattamento di:

A. Ischemia retinica o neovascolarizzazione in corso di retinopatia diabetica,

B. Ischemia retinica o neovascolarizzazione in corso di trombosi retinica,

C. Alcune forme di edema maculare diabetico,

D. Alcune forme di corioretinopatia sierosa centrale.

III. Terapia fotodinamica (PDT): prevede l’applicazione di laser previa iniezione di una sostanza fotosensibile (indocianina) ed è utilizzata nel trattamento di:

A. Corioretinopatia sierosa centrale,

B. Alcune forme di degenerazione maculare senile di tipo essudativo, di solito in associazione ad iniezioni intravitreali.

IV. Iniezioni intravitreali, mediante una semplice procedura di chirurgia ambulatoriale, indolore ed estremamente rapida, di:

A. Farmaci anti-VEGF (Avastin, Lucentis, Eylea), impiegati in:

1. Degenerazione maculare senile di tipo essudativo,

2. Neovascolarizzazione coroideale del miope elevato,

3. Edema maculare in corso di retinopatia diabetica,

4. Edema maculare in corso di trombosi retinica:

B. Steroidi (Ozurdex, Taioftal, Iluvien), impiegati in:

1. Edema maculare in corso di retinopatia diabetica,

2. Edema maculare in corso di trombosi retinica,

3. Uveiti posteriori.

V. In generale, queste patologie richiedono controlli e trattamenti frequenti ed in molti casi la prognosi visiva a lungo termine non è particolarmente brillante.  Purtroppo,  si riscontrano anche casi che, allo stato attuale delle conoscenze, non possono essere trattate in alcun modo quale, in particolare la degenerazione maculare di tipo atrofico (nota anche come “maculopatia secca”) che, pur avendo un decorso generalmente molto lento, non può essere curata. In questi casi, ci si limita a controlli periodici al fine di escluderne le possibili complicanze.

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